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La regina delle Puglie - Il Portale

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Lo sguardo deve scorrere dal basso verso l’alto, sullo stipite di sinistra, e dall’alto verso il basso, sullo stipite di destra.

Nel primo si susseguono le scene del Sacrificio di Isacco (Gn 22,1-18), della Lotta di Giacobbe (Gn 32,25-31) e del Sogno di Giacobbe (Gn 28,10-22); l’ultimo episodio dovrebbe precedere cronologicamente il secondo, ma la raffigurazione del cielo stellato ne impone la collocazione terminale.

Comune a tutti e tre gli episodi è la solenne benedizione finale, che codifica l’Alleanza tra Dio e il suo popolo tramite i patriarchi, estendendosi alla loro discendenza, fisica e spirituale.

Sullo stipite destro, compaiono i due grandi profeti della Nuova Alleanza, muniti dei cartigli che li identificano, Geremia (Ger 31,31-34) ed Isaia (Is 42,1-7).

Ragguagliano sull’identità del Messia gli ultimi riquadri: tra le elaborazioni grafiche di un’Alfa e di un Omega (Ap 22,13), il mese di gennaio (l’uomo accanto al fuoco), in quanto sotteso dal segno solstiziale del capricorno, allude alla Natività, all’ingresso di Dio nel corso del tempo storico.  

Al sommo della centina, dove ha sempre sede un’immagine cristologica, si colloca il leone della tribù di Giuda, eco della profezia del morente patriarca Giacobbe sul figlio Giuda, dalla cui discendenza sarebbe sorto il Messia (Gn 49,8-12).

Una coppia di leoni è al piede degli stipiti; entrambi simbolo del Cristo risorto secondo il Fisiologo, il più noto bestiario medievale, in quanto ne condividono il sonno ad occhi aperti, essi rappresentano il Messia, trionfatore sul demonio ed il peccato l’uno, che calpesta un serpente e un drago (Sal 90,13), vincitore della morte l’altro, disteso su un essere umano che gli soggiace fiducioso, come i figli della vedova di Sarepta e della donna di Sunem nelle resurrezioni prodotte dai profeti Elia ed Eliseo, ‘tipi’ del Cristo.