
La regina delle Puglie - Decorazione
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Decorazione
Le coordinate cronologiche permettono di attribuire al dotto arcivescovo Bertrando, che resse la diocesi tranese dal 1157 al 1187, committenza e programma iconologico del portale marmoreo e della porta bronzea della cattedrale, rispettivamente affidati agli scultori Bernardo ed Eustasio ed al fonditore Barisano, tutti celebrati artisti tranesi.
La fama dei primi, padre e figlio, avrebbe presto raggiunto l'altra sponda dell'Adriatico, dove Eustasio decorò, dopo il 1199, il portale del duomo di Ragusa, fedele al prototipo, come attestano i frammenti superstiti; il secondo realizzò, nel 1179, la porta del duomo di Ravello, unica datata, e, per Guglielmo II il Buono (1171-1189), una delle porte del duomo di Monreale.
Trani disponeva di maestranze tra le più raffinate e culturalmente aggiornate, dotate di repertori di grande ricchezza e varietà, in cui le tradizioni iconografiche bizantina ed islamica si accompagnavano alla conoscenza della produzione miniata e scultorea d’occidente, transalpina.
Validamente impiegandole ed in ordine alle proprie competenze, che comprendevano il controllo sulle immagini sacre, l’arcivescovo scelse come tema da svolgere sulla facciata della sua cattedrale l'apologia della Parola, del Cristo Verbo Incarnato, coerente con il proprio ruolo di successore degli apostoli ed in sintonia con la definizione che il Signore dà di se stesso: Io sono la porta: chi entra attraverso me sarà salvo (Gv 10,9).
Il complesso portale-porta rappresenta un unicum formidabile di catechesi, che si esprime a partire dagli stipiti, dedicati all’Antica e alla Nuova Alleanza - mediante l’uso esclusivo di immagini desunte dall’Antico Testamento, ispirate ad una rispettosa volontà di dialogo con la consistente presenza ebraica nella città di Trani - e si compie nelle valve della porta di bronzo, intesa alla definizione e trasmissione del Verbo.